Bollette a 28 giorni: come chiedere il rimborso

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Le compagnie telefoniche e le pay TV tra la fine del 2016 e il 2017 hanno modificato, senza alcun chiaro preavviso, la periodicità delle loro bollette che da mensili sono diventate settimanali portando a una nuova fatturazione ogni 28 giorni.

Questo cambio della fatturazione ha di conseguenza aumentato le mensilità a carico del consumatore da 12 a 13, portando ad un concreto aggravio tariffario di circa l’8,6 % all’anno.

Secondo quanto dichiarato dal Presidente di Codacons Carlo Rienzi con la fatturazione a 28 giorni il guadagno in più è stato di 2 miliardi di euro.

Rimborso Bollette a 28 giorni: come fare?

Per fortuna gli stessi consumatori e soprattutto, le loro associazioni, in particolare l’UNC (Unione Nazionale Consumatori), non sono rimasti a guardare, e a farsi abbindolare, e hanno portato avanti una lunga battaglia per vedersi riconosciuta tale appropriazione indebita e avere, finalmente, giustizia.

Il 24 marzo 2017, infatti, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha emanato una delibera nella quale si stabiliva che per la telefonia fissa il criterio della fatturazione doveva essere il mese, mentre per la telefonia mobile non poteva essere inferiore a 28 giorni. Ciò che l’AGCOM contestava alle compagnie telefoniche era la poca trasparenza informativa nel cambiamento tariffario applicato e sull’esercizio del diritto di recesso del contratto così modificato da parte degli abbonati. Gli operatori telefonici, però, hanno continuato ad ignorare tale richiesta e, anzi, anche alcune reti televisive, come Sky Italia, hanno iniziato ad adottare la nuova fatturazione a 28 giorni.

Grazie, però, alle numerose proteste delle associazioni dei consumatori, a fine 2017 è intervenuto lo stesso Parlamento: la Commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera all’emendamento che prevede il ripristino della fatturazione a cadenza mensile, o multipli del mese, non solo per i gestori di telefonia fissa e mobile ma anche per le reti televisive e i servizi di comunicazioni elettroniche. La legge prevede anche il raddoppio delle sanzioni comminabili dall’Authority e stabilisce un termine di 120 giorni dalla sua entrata in vigore (entro il 4 aprile 2018) per l’adeguamento ai nuovi standard tariffari. Se il termine non sarà rispettato, la compagnia in questione dovrà pagare un indennizzo forfettario non inferiore ai 50 euro a favore del cliente, maggiorato di 1 euro per ogni giorno successivo alla scadenza stabilita.

In seguito alla legge di bilancio, inoltre, l’AGCOM ha anche imposto una sanzione di 1,16 milioni di euro alle compagnie telefoniche per il mancato rispetto della propria precedente delibera sulla cadenza mensile della fatturazione dei servizi offerti e ha emanato delle linee guida per evitare che gli operatori furbamente possano interpretare in maniera errata l’obbligo di tariffazione “mensile”, che riguarda il mese solare e non i 30 giorni fissi. Ma l’aspetto più rilevante, da sottolineare, è che finalmente i consumatori beffati possono avere giustizia: essi, infatti, possono richiedere il rimborso dell’eccedenza pagata con le bollette di 28 giorni, in quanto illegittime.

Come Chiedere il Rimborso

Per chiedere il rimborso di quanto è stato precedentemente pagato con le bollette a 28 giorni ci sono due possibilità:

  • Rivolgersi ai Co.Re.Com., i Comitati Regionali per le Comunicazioni, ovvero gli organi funzionali dell’AGCOM, che risolvono le controversie in tema di telecomunicazioni tra utenti e operatori;
  • Inviare un reclamo direttamente al proprio gestore di telefonia (TIM Internet, Vodafone, Wind Tre, FastWeb), o di pay TV (Sky), tramite raccomandata a/r, fax o p.e.c., con la richiesta di rimborso delle somme in più versate ingiustamente con le bollette di 28 giorni (se sei iscritto al sito dell’operatore, puoi fare reclamo direttamente lì, contattando l’assistenza on line).

Il rimborso può essere richiesto solo per contratti inerenti a rete fissa, internet e pay tv (non per le promozioni di telefonia mobile) e dovrà essere calcolato a partire dalle fatture emesse dal 23 giugno 2017, come da delibera AGCOM. Gli operatori avranno l’obbligo di restituire tali somme ai consumatori nella prima bolletta emessa con la nuova fatturazione mensile.

Per scrivere il ricorso ci si può rivolgere alle associazioni di consumatori (Codacons, UNC, ecc.) e utilizzare i loro moduli precompilati, disponibili anche on line (es.: modello bastabollette.it), o scrivere il reclamo da soli su carta semplice.

Come Compilare la Richiesta di Rimborso

In questo ultimo caso, dovrai inserire nel documento i seguenti dati:

  • oggetto del reclamo (cita anche il numero del contratto e la delibera AGCOM 121/17/CONS)
  • dati anagrafici e di contatto
  • numero di conto corrente e IBAN
  • richiesta (cifra del rimborso dei giorni pagati in più per effetto dell’illegittima fatturazione a 28 giorni invece che mensile)
  • copia del contratto e delle fatture oggetto della contestazione (è fondamentale, infatti, che tu abbia conservato tutte le fatture in questione)
  • luogo, data e firma.

Per quanto riguarda, invece, il calcolo dell’importo a te dovuto dalle compagnie telefoniche o dalla pay tv, dovrai moltiplicare l’importo giornaliero del tuo abbonamento su base annua per il numero di giorni “non fruiti” (ricavabili facendo la differenza tra il numero di giorni di ciascun mese pagato – 30 o 31 – a partire da giugno 2017, e 28, che sono quelli effettivamente offerti dal gestore con le bollette a 28 giorni).

A questa somma puoi aggiungere anche gli interessi di mora, che vanno calcolati a parte.

Dove indirizzare la Richiesta di Rimborso

Infine, ti forniamo un elenco degli indirizzi degli operatori a cui puoi inviare tale reclamo:

  • TIM: Telecom Italia S.p.A., Servizio Clienti Residenziali, Casella Postale 211, 14100 Asti
  • Vodafone: Vodafone Italia S.p.A., Casella Postale 109, 14100 Asti
  • Wind Tre: Wind Tre S.p.A. , Casella Postale 14155, Ufficio Postale Milano 65, 20152 Milano
  • FastWeb: FastWeb S.p.A., Casella Postale 126, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
  • Sky: Sky Italia, Casella Postale 13057, 20141 Milano