Come Compilare il curriculum in inglese

come compilare un cv in inglese

Facile da imparare, l’inglese è la lingua più parlata al mondo: la comprendono quasi 2 miliardi di persone sul globo terrestre. Nel lavoro è una conoscenza basiliare per molti ambiti, sin dall’invio della propria candidatura.

Compilare un curriculum in inglese offre molte più opportunità rispetto al farlo nella propria lingua madre, infatti è molto diverso da un semplice curriculum formato europeo. Per far sì che non sia una scelta con inaspettate conseguenze negative, è importante tenere presente alcuni aspetti, in particolare riguardo le sezioni in cui va articolato.

Personal Information

Sono le informazioni anagrafiche e di contatto: nome, cognome, domicilio, numero di cellulare e indirizzo di posta elettronica. Per non discriminare nessuno, nei paesi di lingua inglese solitamente non è richiesta l’indicazione della data di nascita, mentre va tenuto conto che le aziende estere difficilmente saranno interessati a persone residenti in Paesi diversi dal loro. In questo caso conviene dunque cercare lavoro una volta trasferitisi. Stessa cosa per il cellulare: un datore di lavoro inglese sarà più portato a richiamare un numero con scheda sim del Regno Unito.

Dopo questi dati, va aggiunta un’introduzione tra le 80 e le 100 parole dove si presentino i propri punti di forza usando le giuste “keywords” (parole chiave), ma evitando di attribuirsi capacità difficili da dimostrare. Agli inizi dunque meglio attenersi su locuzioni semplici come “a good team player” o “an excellent communicator”. Nello UK si preferiscono frasi brevi e concise piuttosto che lunghi giri di parole.

Experiences

Nel secondo paragrafo conviene una fare una breve descrizione di sè e dei propri trascorsi lavorativi che invogli a proseguire la lettura del curriculum. Si consiglia di puntare sulle abilità acquisite connesse con la posizione a cui si aspira. La sintesi è importante perchè in media i recruiter dedicano a un cv un tempo pari a 7 secondi.

Come nel curriculum in italiano, le esperienze lavorative vanno elencate dalla più recente alla più vecchia. Per ognuna va evidenziato il tempo dell’impiego e si consiglia di aggiungere che su richiesta sono disponibili i contatti dei datori di lavoro per eventuali referenze.

Una peculiarità del curriculum in inglese, da non sottovalutare sono gli “achievment” ossia i successi raggiunti: ad esempio clienti importanti, promozioni e così via.

Education and training

Anche l’enumerazione dei titoli di studio è in ordine cronologico inverso: di ciascuno va indicata la qualifica, il voto finale e, nel caso delle lauree, il nome della tesi o di alcuni corsi affini. Per questa sezione bisogna stare attenti al corrispettivo britannico del proprio grado d’istruzione. Potrebbero indurre in errore ad esempio i cosiddetti “falsi amici” come la parola “Master”, in Italia usata esclusivamente per percorsi post-laurea. Nel Regno Unito introduce invece anche la dicitura per i titoli magistrali (Master’s Degree).

La laurea triennale va resa con “Bachelor’s Degree”, il dottorato con “PhD”. Oltre al numero di lingue imparate nel corso degli studi, a caratterizzare un curriculum in lingua inglese sono le esperienze all’estero, in particolare l’Erasmus, seguito dal Progetto Leonardo e dal Programma Vulcanus.

Language, artistic and IT Skills

Le conoscenze linguistiche (language) e informatiche (IT ossia “Information Technology) sono anche dette “key skills”, ossia abilità chiave. Per quanto riguarda le prime, va innanzittuto indicata la “mother tongue” o “native language” (lingua madre) e per ogni altra lingua conosciuta va specificato il livello. Evitare a tal proposito termini semplici come “good” o “bad”, ma usare aggettivi come “beginner”, “intermediate”, “advanced” o “fluent”, specificando i livelli di “listening” (ascolto), “reading” (lettura), “writing” (scrittura) e “speaking” (conversazione).

Per quanto riguarda l’informatica, conviene indicare i software di cui si ha più padronanza, eventuali competenze relative a determinati social media o a sistemi di scrittura sul web (Content Management Systems).

Tra le competenze artistiche sono comprese ad esempio capacità nella fotografia o in altri settori particolari, ma facili da descrivere e eventualmente da provare in caso di colloquio.

Personal interests

In Gran Bretagna viene data parecchia importanza a hobby e interessi personali, perché indice del carattere e della personalità del candidato. Nella sezione relativa, l’ultima in ordine di importanza, conviene non scrivere attività solo per riempire lo spazio perché queste potrebbero essere spunto per discorsi in sede d’esame e dovreste essere in grado di sostenerli. Rientrano in quest’ambito le “volunteer experiences”, ossia le attività di volontariato, ben valutate in tutti i paesi in anglosassoni.

Questa sezione costituisce una delle principali differenze con il curriculum in italiano. Soprattutto se si invia un curriculum nei paesi anglosassoni bisogna abbandonare la struttura del formato europeo o la tipologia “Europass” in quanto non verrebbero presa in considerazione. Il curriculum europeo lascia poco spazio alla personalizzazione e risulta soprattutto un elenco di esperienze: rispetto a un “chronological cv” è dunque molto più quotato lo “skill based cv”

Suggerimenti grafici per il Cv in inglese

A meno che non si tratti di una candidatura per lavori inerenti al design o alle arti, il contenuto tende ad avere il ruolo principale, ma attenzione comunque alla veste grafica.

Per garantire una buona leggibilità è preferibile usare lo stesso font (i più usati sono Arial e Times New Roman, ma si può scegliere qualcosa che caratterizzi meglio il proprio curriculum) e lasciare dello spazio vuoto tra un’esperienza e quella successiva.

I paragrafi devono essere brevi e all’occorrenza contenere qualche grassetto, senza esagerare. Il corpo del carattere non deve essere più piccolo di 11. Ovviamente il testo va formattato, magari con l’ausilio di elenchi puntati o numerati.

Accorgimenti linguistici per la compilazione

Rispetto alle forme passive, sono di gran lunga più efficaci quelle attive perché ci pongono nella posizione di chi ha fatto qualcosa e non di chi è stato coinvolto in un’attività più grande di sé.

Nelle descrizioni personali e lavorative va ridotto al minimo l’uso del pronome “I”. Se si opta per abbreviazioni, meglio scegliere solo quelle universalmente riconosciute, per il resto è preferibile scrivere le parole per intero.

Per ogni termine va consultato il vocabolario, senza affidarsi totalmente a sistemi di traduzione online come Google Translate: si eviterà così di usare americanismi e si eviteranno i refusi. Una volta terminato, potrebbe essere utile far rileggere il tutto a un amico o parente esperto d’inglese per controllare se ci sia qualche refuso.