Domanda INPS on line per il riscatto della laurea

Riscatto della laurea

Riscatto della laurea per la pensione: di cosa si tratta? Anzitutto dobbiamo capire come si è arrivati ad una eventualità di questo tipo: un futuro sempre più incerto, almeno sul piano del benessere e della sicurezza finanziaria, è quello che purtroppo da un po’ di anni a questa parte si prospetta per le nuove generazioni.

Il lavoro latita e, anche quando c’è, si tratta spesso di attività discontinue, contratti a termine, prestazioni occasionali: il caro buon vecchio “posto fisso” appare ormai una vera e propria chimera per i giovani della società attuale.

Non solo: lo Stato è sempre più povero e le sue casse vuote non sembrano poter garantire quel welfare così indispensabile e nobile in una società civile equa e giusta. Questa situazione cupa e preoccupante, tra le altre cose, influisce in particolar modo sul sistema pensionistico, di oggi ma, soprattutto, di domani: l’età pensionabile è destinata a salire sempre più nei prossimi anni (già nel 2019 arriverà a 67 anni), in maniera probabilmente inversamente proporzionale ai futuri importi degli assegni previdenziali, sempre più poveri.

Riscatto della laurea ai fini pensionistici

Per cercare di ovviare, almeno in parte, a questo futuro pensionistico tutt’altro che roseo per i nostri giovani lavoratori, lo Stato italiano ha introdotto una sorta di escamotage, che dovrebbe permettere ai futuri pensionati di lasciare la propria attività professionale prima o, volendo, di aumentare la somma nel proprio futuro assegno previdenziale mensile: si tratta del riscatto degli anni di laurea, ovvero della possibilità per i laureati di valorizzare i propri precedenti anni di studio ai fini pensionistici, pagando per ciascuno di questi anni dei contributi, che potrebbero permettere loro di andare in pensione prima del dovuto, accumulando gli anni di contribuzione necessaria più velocemente, e di avere qualche soldo in più nel rateo pensionistico (ricordiamo, infatti, che attualmente il sistema pensionistico è contributivo, e non più retributivo).

Anche in questo caso, l’INPS ha messo a disposizione dei suoi utenti un comodo e utile servizio on line per riscattare la laurea ai fini pensionistici, che consente sia di simulare il costo dei contributi da versare per riscattare gli anni di studio, strumento molto utile per capire se conviene o meno affrontare tale spesa ai fini della futura pensione, sia di compilare e inoltrare telematicamente la domanda di riscatto della laurea, attraverso il proprio PIN INPS.

Requisiti per il riscatto della laurea

Ma a chi è consentita la possibilità di riscattare gli studi e quali sono i requisiti per poter presentare la domanda? I requisiti previsti dalla legge a tale scopo sono:

aver conseguito il diploma di laurea (lauree vecchio ordinamento, triennali, specialistiche e magistrali) o titoli equiparati (diplomi di specializzazione post-laurea di durata non inferiore a due anni, alcuni dottorati di ricerca, diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale, titoli accademici conseguiti all’estero ma riconosciuti in Italia);
non aver versato contributi, obbligatori, figurativi o da riscatto, per i periodi per i quali si richiede il riscatto degli studi universitari;
essere titolari di contribuzione (almeno un contributo obbligatorio) nella Gestione presso cui viene richiesto il riscatto.
Per quanto concerne l’ultimo punto, occorre, però, specificare che a partire dal 1 gennaio 2008 è possibile presentare domanda per il riscatto della laurea ai fini pensionistici anche per i soggetti inoccupati, che non siano iscritti a nessuna gestione previdenziale obbligatoria e che non abbiano svolto nessuna attività lavorativa, né in Italia né all’estero.

Non si possono riscattare, invece, gli anni universitari di iscrizione fuori corso.

Come fare la domanda

Come fare domanda per il riscatto della laurea? Come detto prima, è possibile inviare la domanda all’Istituto Nazionale di Previdenza sociale direttamente on line, accedendo al servizio dedicato sul sito INPS, mediante il seguente percorso: Prestazioni e servizi > Tutti i servizi > Riscatto di laurea.

Per accedere al servizio, e eventualmente usufruire del simulatore di calcolo, ti basterà essere in possesso del PIN ordinario, mentre se intendi inviare la domanda di riscatto all’INPS dovrai munirti del PIN dispositivo. Con il solo PIN di autenticazione, infatti, potrai inserire i dati necessari, che verranno comunque acquisiti, ma non potrai completare l’istanza e, quindi, inoltrare la domanda all’INPS.

Tieni presente che puoi chiedere il riscatto anche per più titoli di studio conseguiti e, con le modifiche apportate al servizio telematico da novembre 2017 (circolare INPS 10 novembre 2017, n. 4488), potrai farlo con l’invio di un singolo modulo per tutti i tuoi titoli di studio riscattabili. È possibile, inoltre, chiedere il riscatto sia solo per alcuni periodi di studio che per l’intero/gli interi percorso/i ma non potrai chiedere la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto di laurea legittimamente accreditata.

Una volta effettuato l’accesso al servizio “Riscatto della laurea ai fini pensionistici”, potrai:

  • leggere la scheda informativa sul servizio;
  • simulare il calcolo del costo dei contributi da riscatto da versare per il tuo percorso di studi;
  • inserire la domanda: compilare il modulo con i dati richiesti, allegare la documentazione necessaria, scegliere la modalità di pagamento dell’onere di riscatto e inoltrare la domanda (se hai il PIN dispositivo);
  • consultare le domande: visualizzare le informazioni di riepilogo delle domande inviate, come la sede INPS di assegnazione, lo stato della pratica, le fasi di lavorazione, il numero di protocollo, ecc., e stampare la domanda stessa o la ricevuta di protocollo.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento, puoi decidere di pagare l’onere di riscatto della laurea sia in un’unica soluzione che in 120 rate, senza interessi e distribuite in 10 anni, o, su richiesta, scegliere di ridurre il numero delle rate, per estinguere il debito in meno tempo. Tali contributi sono deducibili totalmente sul piano fiscale e puoi verificarne il versamento presso il Portale dei pagamenti del sito INPS (servizio “Riscatti, Ricongiunzioni e Rendite”, sezione “Pagamenti effettuati”).

Pagare i contributi del riscatto della laurea

Puoi pagare i contributi del riscatto degli studi universitari nei seguenti modi:

con i bollettini MAV, inviati dall’INPS dopo l’accoglimento della domanda o anche scaricabili dal sito dell’Istituto previdenziale, presso gli uffici postali o gli sportelli bancari;

on line sul sito INPS, mediante carta di credito;
attraverso il circuito “Reti Amiche” (tabaccherie aderenti, banca Unicredit s.p.a., presso gli sportelli o anche sul sito dell’istituto finanziario per i clienti titolari del servizio di internet banking);
mediante addebito automatico sul conto corrente, su richiesta al proprio istituto di credito;
tramite il Contact Center dell’INPS, utilizzando la carta di credito.

Il mancato pagamento della prima rata o della rata in un’unica soluzione si considera come rinuncia alla domanda, mentre il pagamento in ritardo delle rate, non oltre i 30 giorni successivi, è consentito solo cinque volte in totale, pena il decadimento della domanda. È comunque possibile, però, in questi casi, presentare nuovamente la domanda di riscatto.

La questione che probabilmente, a questo punto, ti starai ponendo è: riscattare la laurea conviene?

In realtà, una risposta univoca non c’è, in quanto l’onere finanziario da versare dipende dalla specifica situazione del laureato e, quindi, da una serie di fattori variabili.

Il costo da affrontare, il cui calcolo può essere simulato grazie al servizio INPS dedicato, dipende, in particolare, dalla retribuzione attuale del lavoratore, dal periodo di studi che si intende riscattare e dal sistema di calcolo pensionistico vigente negli anni dei suoi studi universitari (retributivo, prima del 1996, o contributivo, dopo quella data):

  • se il richiedente si è laureato prima del 1996 (sistema retributivo), per il calcolo viene utilizzata la cosiddetta “riserva matematica”, che tiene conto delle variabili di età, sesso, periodo da riscattare e retribuzione media pensionabile alla data della domanda;
  • se il periodo di studio da riscattare è successivo al 1 gennaio 1996 in poi (sistema contributivo), il calcolo viene effettuato sulla base dell’aliquota contributiva applicata alla retribuzione lorda annua del richiedente (per i lavoratori dipendenti attualmente è del 33%), moltiplicata per gli anni di studio da riscattare;
  • se il periodo di studi che si vuole riscattare ai fini pensionistici è a cavallo dei due periodi sopra elencati, si applicheranno entrambi i sistemi di calcolo;
  • se, infine, il richiedente è un neolaureato inoccupato, non iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbia mai lavorato, l’importo dell’onere di riscatto sarà calcolato sulla base della retribuzione minima imponibile annua di artigiani e commercianti (15.548 euro nel 2017), moltiplicata per l’aliquota contributiva dei lavoratori dipendenti vigente al momento della domanda (attualmente, 33%), il tutto sempre moltiplicato per il numero di anni di studio da riscattare.

Considerati tali diversi casi, in linea generale possiamo dire che l’investimento, particolarmente oneroso, derivante dal riscatto degli anni di studio può essere conveniente, e valerne la pena, se affrontato il prima possibile, in quanto per i soggetti inoccupati o per quelli che hanno iniziato l’attività lavorativa di recente, e che, quindi, percepiscono uno stipendio non particolarmente elevato, l’onere di riscatto sarà sicuramente più basso rispetto agli altri casi.

Inoltre, con il passare degli anni il coefficiente per il calcolo aumenta, facendo lievitare, di conseguenza, anche l’importo del contributo da riscatto.