Flat Tax: che cos’è e come funziona

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Flat Tax: uno degli argomenti da sempre più dibattuti nella discussione politica in Italia è quello delle tasse.

Il motivo principale, probabilmente, è che, pur variando il sistema fiscale, in piccola o larga misura, all’alternarsi dei governi, la pressione fiscale sui possessori di partita iva, così come percepita dagli italiani, continua a essere un vero e proprio cappio alla gola sempre più stringente e soffocante e pesa più di ogni altra cosa sulle loro tasche, ormai sempre più vuote, anche a causa della crisi economica.

Flat Tax: pro e contro

Non a caso, dunque, il tema della tassazione ha infervorato e quasi monopolizzato anche il dibattito della recente campagna elettorale per le politiche dello scorso 4 marzo. Tra gli argomenti maggiormente eviscerati, infatti, c’è stata la cosiddetta flat tax, proposta dal Centrodestra, anche se con sfumature diverse da parte dei singoli partiti della coalizione.

Ma cos’è la flat tax? Di seguito proveremo a spiegarvi in maniera semplice ed esauriente di cosa si tratta e quali sono i pro e i contro di questo sistema fiscale.

La flat tax, letteralmente “tassa piatta”, è un sistema fiscale proporzionale ad aliquota unica. Essa nasce con lo scopo principale di semplificare il sistema di tassazione e ridurre la pressione fiscale, in quanto prevede, appunto, una sola aliquota percentuale fissa e bassa, intorno al 15-20%, da applicare a tutti i redditi.

Flat Tax e Irpef

Un sistema proporzionale, quindi, che si contrappone a quello progressivo attualmente vigente in Italia, la cosiddetta IRPEF pagata con gli F24, ovvero l’imposta sul reddito delle persone fisiche, la quale prevede ben cinque scaglioni di reddito, dalla fascia più bassa a quella più alta, ai quali vengono applicate aliquote diverse e crescenti.

In parole povere, chi guadagna di più paga anche più tasse. Il concetto base, invece, della flat tax è di far pagare meno tasse a tutti i contribuenti, senza distinzioni di reddito, con l’obiettivo di incrementare il potere d’acquisto e quindi far crescere l’economia e anche di combattere l’evasione (il fatto di pagare meno tasse dovrebbe, in linea teorica, spingere anche i tanti evasori a non eludere più il fisco).

No Tax Area

Tale modello fiscale, secondo la proposta del Centrodestra, andrebbe applicato tanto ai lavoratori, autonomi e dipendenti, quanto alle imprese, nonché ai pensionati.

Inoltre, si prevede anche una cosiddetta no tax area, per i pensionati e i lavoratori con un reddito inferiore ai 12.000 euro annui (nel sistema progressivo attuale tale soglia è di 8.000 euro annui): al di sotto di questa soglia, quindi, si sarebbe esentati dal pagare imposte sul proprio reddito. Non solo: chi si trova al di sopra della suddetta soglia di reddito dovrà pagare l’aliquota fissa solo sulla parte eccedente tale tetto.

Volendo fare anche un breve excursus storico, è bene specificare che la flat tax non è una novità del nostro millennio. Essa, infatti, è stata teorizzata e proposta per la prima volta nell’era moderna dall’economista Milton Friedman nel 1956, negli Stati Uniti, dopodiché è stata sviluppata da Robert E. Hall, Alvin Rabushka e Kurt Lube dell’Università di Stanford. Anche in Italia, inoltre, essa era stata già proposta per la prima volta nel 1994, sempre da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, anche se al tempo non riscontrò un grande interesse.

Vantaggi della Flat Tax

Ma tornando alla nostra attualità, quali sono i pro e i contro professati rispettivamente da sostenitori e oppositori della flat tax?

Per quanto riguarda i vantaggi, quelli principali sostenuti da chi propone la flat tax sono:

  • Semplificazione del sistema fiscale: è facile comprendere perché una tassa “piatta”, con una sola aliquota fissa per tutti i redditi, semplificherebbe di gran lunga l’attuale sistema a aliquote crescenti, rendendo il calcolo dell’imposta sul reddito molto più facile e rapido. Inoltre, la previsione di un’unica forma di reddito minimo garantito, a sostituzione delle numerose e diverse misure assistenziali oggi vigenti, faciliterebbe ulteriormente i conti tanto per i cittadini quanto per lo stesso Stato. Secondo i fautori della flat tax, questa semplificazione, infatti, permetterebbe ai contribuenti di compilare autonomamente la propria dichiarazione dei redditi, cosa oggi più unica che rara.
  • Crescita economica: l’imposizione di un’aliquota unica e adeguatamente bassa, diminuendo la pressione fiscale sui redditi, aumenterebbe il potere d’acquisto dei contribuenti e, di conseguenza, i consumi. Applicata, poi, anche alle imprese, essa permetterebbe a queste ultime di utilizzare il proprio capitale, meno tassato e quindi più consistente, per investimenti e formazione del personale, incrementando di conseguenza l’attività economica e imprenditoriale.
  • Riduzione dell’evasione fiscale: secondo i sostenitori della flat tax, quest’ultima avrebbe anche il vantaggio di ridurre fortemente l’evasione fiscale, attualmente una vera e propria piaga del nostro Paese, perché il fatto di pagare meno tasse incentiverebbe a pagare anche chi oggi le evade, spesso a causa dell’elevata pressione fiscale, oltre a favorire l’attività economica e imprenditoriale. Tutto ciò, nel lungo termine, potrebbe portare anche ad un aumento del gettito fiscale a favore delle casse dello Stato.

Svantaggi della Flat Tax

Per quanto riguarda, invece, gli svantaggi di un sistema fiscale basato sulla flat tax, secondo i suoi detrattori sono:

  • Riduzione del gettito fiscale: l’imposizione di un’aliquota unica e bassa porterebbe, almeno nel breve termine, a minori entrate nelle casse dello Stato, il che andrebbe a discapito dei servizi pubblici fondamentali garantiti da quest’ultimo. Anche se i fautori della flat tax a tali accuse rispondono solitamente con la compensazione derivante dalla riduzione dell’evasione, quest’ultima è solo ipotetica e non dimostrata, anche perché, come sottolineato dai contrari alla flat tax, l’evasione in Italia riguarda soprattutto l’IVA, mentre solitamente l’IRPEF, quantomeno per lavoratori dipendenti e pensionati, è detratta automaticamente dal reddito lordo e, perciò, impossibile da evadere.
  • Incostituzionalità: altra critica mossa alla flat tax è quella della sua presunta incostituzionalità. L’art. 53 della Costituzione italiana, infatti, afferma che “Tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato ai criteri di progressività”. Un sistema fiscale proporzionale e non progressivo, dunque, sarebbe incostituzionale, anche se i sostenitori della flat tax rassicurano sul fatto che la progressività sarebbe comunque garantita dalle deduzioni proporzionate su base familiare, previste per i cittadini con reddito medio-basso, oltre che dall’esenzione per i redditi minimi (no tax area).
  • Scomparsa delle detrazioni: tutte le detrazioni previste attualmente per i contribuenti che si trovano in particolari situazioni familiari (numero elevato di figli a carico, figli disabili, ecc.) non sarebbero più sostenibili e verrebbe meno la personalizzazione dell’imposta, ovvero tutte quelle detrazioni e deduzioni specifiche per svariate situazioni familiari, in quanto con la flat tax ci sarebbe un sistema a deduzione fissa, anche se proporzionale al reddito.
  • Vantaggio maggiore per i ricchi: secondo i detrattori della flat tax, questo sistema a aliquota unica avvantaggerebbe soprattutto i ricchi, in quanto la stessa aliquota applicata a redditi elevati esercita una pressione fiscale minore rispetto a quelli più bassi. Il vantaggio, però, se l’aliquota fissa è sostanzialmente bassa, è comunque per tutti e per le famiglie più povere esso è incrementato anche dalla no tax area e dalle deduzioni.