Il Futuro del lavoro e l’intelligenza artificiale

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Il lavoro del futuro

Prendo spunto dal libro di Zygmunt Bauman, Le Nuove Povertà per approfondire un aspetto che ogni imprenditore così come ogni lavoratore dovrebbe tenere in grande considerazione: il mondo del lavoro è irrimediabilmente cambiato, in parte per l’introduzione della cosiddetta intelligenza artificiale.

Chi ne ha fatto le spese più di tutti è sicuramente la generazione degli attuali quarantenni, precisamente uomini e donne compresi tra i 35 e i 45 anni di età.

Anche su Medium mi era capitato di leggere un articolo che ribadiva questo concetto: cercare lavoro a 40 anni è un’impresa quasi (impossibile), soprattutto dal punto di vista psicologico perchè la generazione degli attuali quarantenni (magari titolari di partita iva) è cresciuta osservando nei propri genitori e nonni la sicurezza del posto fisso, del lavoro per tutta la vita che confluisce in una pensione dignitosa che consente di mantenersi per tutta la vita, magari in una casa di proprietà quindi senza pagare affitto o mutuo.

Bauman infatti sostiene che un conto è essere poveri in una società che è fondata sul lavoro dove vige un sistema di piena occupazione, un conto essere poveri in una società come quella attuale dove tutto si misura sui consumi e sullo status symbol.

Una volta povero voleva dire disoccupato, cioè l’occupato che temporaneamente è fuori dal lavoro ma che in qualche modo può rientrarvi, poi è stata introdotta la figura dell’esubero ovvero del lavoratore-scarto che semplicemente non serve più. Accade quando ad esempio una figura professionale viene soppiantata dallo sviluppo tecnologico: gli operai dai robot, gli operatori di call center dalle chatbot, e via discorrendo.

Intelligenza Artificiale e Lavoro

Nei prossimi anni il lavoro dovrà scontrarsi sempre più con quella che viene definita Intelligenza Artificiale e tutte le sue applicazioni: droni, auto senza conducente, utilizzo invece che possesso, etc. Bloomberg ritiene addirittura che le auto senza conducente avranno influenze indirettamente anche sul settore immobiliare.

Questo cambiamento epocale sta già iniziando ma servirà almeno un altro decennio per far sì che la sua diffusione diventi capillare nella vita di tutti noi. Nasceranno nuove tipologie di lavoro legate alla tecnologia, ci saranno nuovi bisogni da soddisfare, nuovi servizi ai quali abbonarsi.

Imprenditori e lavoratori devono capire i trend per cercare di cavalcare le nuove nicchie di mercato che si apriranno nei prossimi anni: in questo modo saranno preparati e non saranno colti di sorpresa, bisogna continuamente reinventarsi senza stare fermi un attimo – è questo il diktat della Società Liquida.

Si deve cercare di anticipare le tendenze per sviluppare le competenze che saranno necessarie, si deve implementare il curriculum con nuove esperienze e professionalità.

Investire nei Servizi agli utenti

Già ora quello che appare evidente è che è sempre più necessario dare servizi ai clienti, dunque nell’ottica del lancio di una startup o dell’apertura di un’attività commerciale si deve incominciare a porsi delle domande in questo senso: bisogna investire nei servizi agli utenti.

Servizi vuol dire consegnare food e spesa a casa, ma vuol dire anche semplificare la vita delle persone sempre più impegnate nelle attività lavorative ed extrascolastiche dei figli. Ma servizi vuol dire anche dare informazioni, vediamo già oggi quante nicchie di mercato differenti ci sono: animalisti, vegani, vegetariani, celiaci, diabetici, solo per citare quelle legate prevalentemente al cibo alla salute e agli animali.

In futuro la segmentazione sarà ancora più rilevante: già oggi Facebook intende investire soldi e infrastrutture nei gruppi che rappresenteranno la socialità del futuro e ogni impresa deve essere presente sempre più dove dialoga il proprio target.