Gestire il regime forfettario: con o senza commercialista?

Mettersi in proprio, magari dopo anni di lavoro dipendente in azienda, è una decisione al tempo stesso entusiasmante e stressante. Dalla creazione di un budget alle procedure per aprire la partita IVA, ci sono tante cose di cui occuparsi che spesso richiedono competenze specifiche per evitare errori. Tanti hanno la tentazione di fare tutto da soli, per risparmiare qualcosa o per dimostrare a se stessi di essere all’altezza di questa nuova sfida. La gestione del regime forfettario per freelance non è però un’impresa da poco, soprattutto quando si è già alle prese con tutti gli altri aspetti complessi di una carriera da lavoratore autonomo.

Requisiti per regime forfettario nel 2023

Il regime forfettario può essere scelto da liberi professionisti e ditte individuali, e permette di godere di alcune interessanti agevolazioni fiscali. Nello specifico, IRPEF e addizionali sono sostituiti da una sola aliquota sul reddito imponibile. Questa aliquota è nella maggior parte dei casi del 15%, mentre scende al 5% nei primi cinque anni di attività che si sta svolgendo per la primissima volta. A differenza della partita IVA ordinaria, le spese non si possono scaricare in quanto nel regime forfettario non si applica l’IVA. 

I principali requisiti per accedere al regime forfettario sono i ricavi della propria attività, che per il 2023 sono aumentati da un massimo di 65.000 euro a 85.000 euro annuali, e le spese relative al pagamento di collaboratori e dipendenti che non possono superare i 20.000 euro all’anno. È necessario poi non aver svolto altre attività autonome nei tre anni precedenti, non guadagnare oltre 30.000 euro all’anno da lavoro dipendente o pensione, e non continuare con questa attività il lavoro di un’impresa precedente.

Cosa comporta la gestione del regime forfettario

La prima cosa da fare quando si decide di diventare freelance è aprire la partita IVA. Per farlo è necessario raccogliere i documenti richiesti e seguire diversi passaggi, incluse la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate e la Camera di commercio. 

Chi opera in regime forfettario deve oggi anche seguire l’obbligo di fatturazione elettronica introdotto con la Legge di Bilancio del 2022, da cui in precedenza i forfettari erano esclusi. L’esclusione è ancora rilevante per le partite IVA forfettarie con ricavi annui al di sotto dei 25.000 euro. A partire dal 2024 la fatturazione elettronica dovrebbe invece riguardare tutti i lavoratori autonomi. 

Come per ogni altra attività, è poi indispensabile occuparsi della contabilità registrando nel modo corretto entrate e uscite, e compilare la dichiarazione dei redditi nel rispetto delle scadenze.

Cosa vuol dire avere un commercialista nel 2023

Chi sceglie di gestire il regime forfettario in modo indipendente include certamente tra le ragioni principali i costi legati ai servizi di un commercialista. L’idea di andare dal commercialista per molti comporta ancora prendere appuntamento, recarsi fisicamente presso un ufficio e pagare a ore ogni consulenza. Con la digitalizzazione, però, anche questo tipo di servizi si è evoluto verso accessibilità e flessibilità maggiori. Il servizio di commercialista online regime forfettario di Xolo permette di gestire le attività sopra descritte da una piattaforma digitale intuitiva, su cui ottenere tra le altre cose una stima automatizzata delle tasse da corrispondere così da pianificare per tempo le proprie finanze. Attraverso un portale online è inoltre possibile consultare un consulente personale e ricevere risposta entro 24 ore, senza perdere tempo con telefonate, attese e spostamenti per incontrare un commercialista di persona. Questo tipo di servizi in abbonamento abbassa i costi richiesti per ottenere assistenza con contabilità, fatturazione elettronica e dichiarazione dei redditi, oltre a occuparsi di aprire la partita IVA in un solo giorno lavorativo. 

Opportunità e sfide per i lavoratori autonomi

Tra gli aspetti più interessanti del lavoro come freelance c’è il vantaggio di poter ottenere, con una buona padronanza dell’inglese, clienti situati in ogni parte del mondo. Ciò permette di aumentare il bacino di potenziali collaborazioni da cui ottenere progetti e incarichi, concentrandosi magari su nazioni in cui le tariffe medie sono più alte rispetto all’Italia. Oltre a questi aspetti positivi, avere clienti sparsi per il mondo e a cui si applicano norme diverse comporta però alcune difficoltà quando è il momento di registrare le entrate, gestire le fatture e occuparsi della contabilità. Orientarsi nella giungla di regole da applicare a clienti dentro o fuori dall’Unione europea, privati o aziende, per la vendita di servizi o prodotti fisici, può causare più di un mal di testa a chi non ricorre al supporto di un professionista. Trovare tra le numerose risorse presenti online quelle rilevanti per la propria situazione specifica non solo evita di far perdere tempo prezioso che si potrebbe dedicare invece al lavoro vero e proprio, ma evita anche una certa dose di stress. Essere lavoratore autonomo è di per sé un percorso non privo di sfide e ostacoli, che possono contribuire a frustrazione, stanchezza e ansia. Se a queste aggiungiamo la gestione del regime forfettario, tra regole che cambiano di anno in anno e rischio di fare errori con possibili strascichi futuri, il carico sulla salute mentale dei freelance è piuttosto pesante. Decidere di affidarsi a un consulente esperto a cui chiedere consiglio, magari attraverso una piattaforma digitale moderna e accessibile, permette di avere la certezza di ricevere ogni volta informazioni affidabili e aggiornate in tempi rapidi. Ciò contribuisce a ridurre lo stress legato alla vita da freelance e a dare la libertà di occuparsi senza distrazioni delle proprie mansioni principali.