Jobs Act: cos’è e come si applica

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Il Jobs Act è la riforma del lavoro che consiste in una serie di provvedimenti finalizzati a rendere più flessibile il mercato ed è stato istituito dalla legge delega numero 183 del 2014.

Jobs Act: come funziona

Attraverso l’approvazione di otto decreti legislativi il Jobs Act ha ricevuto piena attuazione.

Gli otto decreti sono stati pubblicati tra marzo e settembre 2015 e hanno riguardato diversi importanti punti: ammortizzatori sociali, ricollocazione dei lavoratori disoccupati, tipologie di contratti di lavoro, contratti di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, servizi per il lavoro, rapporti di lavoro e attività ispettive.

Contratto a tutele crescenti

Il provvedimento del Jobs Act che ha maggiormente attirato l’interesse dei cittadini è stato, senza dubbio, quello relativo al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Si tratta, comunque, di un provvedimento che si applica a tutte le categorie, eccezion fatta per i dirigenti, con assunzione successiva all’entrata in vigore del decreto (07-03-2015).

La sostanziale novità riguarda soprattutto le diverse sanzioni che si applicano in caso di licenziamenti lllegittimi. Infatti, l’indennità monetaria da corrispondere al dipendente varia a seconda degli anni di servizio. Ad esempio, per i lavoratori con molti anni di servizio l’indennità è più elevata rispetto a chi ne vanta pochi.

Quando può avvenire la reintegrazione

La reintegrazione e, quindi, il recupero del posto di lavoro avviene in caso di licenziamento nullo, discriminatorio o disciplinare ingiustificato.

Vecchi e nuovi contratti

Con il Jobs Act sono stati eliminati alcuni contratti tra cui: i contratti di collaborazione a progetto (CO.PRO.CO), i contratti di associazione in partecipazione con apporto di lavoro effettuato dall’associato e job sharing.

Sono stati, invece, confermati i seguenti contratti:

  • Contratto a tempo determinato;
  • Contratto di somministrazione;
  • Contratto di lavoro a chiamata;
  • Contratto di apprendistato;
  • Contratto a tempo parziale;

Il lavoro accessorio

Il lavoro accessorio, meglio conosciuto come voucher, ha l’obiettivo di garantire una copertura, benché minima, di tipo previdenziale ed assicurativa a soggetti impegnati in attività lavorative come, ad esempio, l’insegnamento privato supplementare o il lavoro domestico.

Col Jobs Act è possibile utilizzare il voucher per tutte le tipologie di attività lavorative, a patto che il compenso del lavoratore non superi la cifra di € 7.000,00 l’anno.

Gli ammortizzatori sociali

Si segnalano novità interessanti anche sul fronte degli ammortizzatori sociali. Con la nuova legge sono stati creati strumenti ex novo che intervengono in caso di perdita non volontaria del posto di lavoro.

Cominciamo dalla NASPI, l’assicurazione sociale per l’impiego utilizzata, in caso di licenziamenti individuali, nei confronti di lavoratori subordinati, ad eccezione dei dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato.

Dal 2017 la NASPI si applica anche ai licenziamenti collettivi. Per accedere alla NASPI è necessario avere almeno 13 settimane di contributi versati nei 4 anni che hanno preceduto l’inizio della disoccupazione e almeno 30 giornate di lavoro effettivo, completate nei 12 mesi che hanno preceduto l’inizio della disoccupazione.

A seguire troviamo L’ASDI, assegno di disoccupazione che viene corrisposto a soggetti che, dopo aver usufruito della NASPI, non siano ancora riusciti a reinserirsi nel mondo del lavoro e ad ottenere una nuova assunzione. Dura 6 mesi e il contributo è pari al 75% della NASPI. In ogni caso, per usufruire degli ammortizzatori sociali, è necessario mantenere il ruolo di lavoratore attivo, ovvero mostrare disponibilità nei confronti di percorsi di formazione e di eventuali proposte di lavoro in arrivo dai servizi per l’impiego.7

Ispezioni sui luoghi di lavoro

Il Jobs Act ha stabilito che l’unica agenzia adibita alle ispezioni sui luoghi di lavoro è l’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Spetterà a questo ente programmare le attività e dare le direttive al personale ispettivo di INPS, INAIL e Ministero del Lavoro ai quali spetterà il compito di coordinarsi con l’ASL e le agenzie regionali per la protezione ambientale.