Contratto a chiamata: come funziona?

Contratto a Chiamata

Il lavoro intermittente o comunque discontinuo è stato per alcuni anni gestito mediante i famosi Voucher Inps. Al momento i voucher sono stati eliminati e non possono più essere richiesti dai gestori di un’attività al fine di far lavorare un lavoratore solo per alcune ore, o giorni durante il mese in corso.

Il problema principale dei Voucher Inps era dato dall’abuso che diversi proprietari di attività commerciali e non, avevano fatto. Infatti, con i voucher spesso si cercava di coprire il lavoro nero. Quindi persone che lavoravano tutti i giorni, in realtà venivano “coperti” solo da alcuni voucher durante un’intera settimana lavorativa.

Quindi i voucher che sostituivano il contratto a chiamata sono stati eliminati sotto richiesta dei sindacati e dei politici che sostenevano che questi fossero uno strumento atto ad incrementare il problema del lavoro nero.

Oggi, dunque, ritorna in auge il contratto a chiamata modificato con il Jobs Act durante il governo Renzi, che riprende un contratto simile a quelli del governo inglese, introdotto diversi anni prima con la Legge Biagi.

Il contratto a chiamata prevede appunto che il datore di lavoro si avvalga di un dipendente solo quando ha bisogno di tale prestazione lavorativa. Ma come funziona il contratto a chiamata e quali sono le sue caratteristiche? Scopriamolo insieme!

Contratto a chiamata: cos’è e come funziona

Il contratto a chiamata, diversamente dal lavoro autonomo e dalle varie collaborazioni co.co.co e co.co.pro, e in alternativa al lavoro subordinato continuativo, prevede lo svolgimento della prestazione di lavoro solo quando lo richiede il datore di lavoro.

Questo contratto è stato introdotto per la prima volta nel 2003 con la legge Biagi, il suo obiettivo rimane uguale a quello odierno, ossia fornire una possibilità di assunzione flessibile a coloro che lavorano in settori quali: la ristorazione, lo spettacolo, il turismo, etc.

In questo modo si agevolano quelle attività che non ha bisogno di una prestazione continua, ma che hanno la necessità di un dipendente in più solo in determinati periodi nei quali si lavora con maggiore intensità.

Al momento il contratto di lavoro a chiamata prevede che il datore di lavoro appunto provveda a mettere sotto contratto il lavoratore per la prestazione occasionale. Dopo aver fatto il contratto, provvederà a pagare i contributi solo nei giorni in cui questo lavora effettivamente.

Data la discontinuità del lavoro, il datore deve contattare 12 ore prima dell’inizio del turno di lavoro i numeri dell’Inps per comunicare l’impiego in quel giorno e in quelle determinate ore. La chiamata può essere fatta anche dal commercialista, l’importante è rendere all’Inps la comunicazione dell’inizio della prestazione.

In caso di un controllo da parte dell’Ispettorato del lavoro, e nel caso si trovino dipendenti che non dovrebbero essere presenti, ma che sono sotto un contratto a chiamata, le multe vanno dai 400 euro sino ai 2400 euro.

Le caratteristiche del contratto a chiamata

Il contratto di lavoro a chiamata prevede delle regole ben precise, a differenza dei Voucher Inps, questo è molto più rigido e in alcuni casi anche più costoso da sostenere, in quanto c’è la necessità di far lavorare il commercialista per l’assolvimento dei contratti e delle varie regole a cui sottostare.

Il contratto a chiamata con il lavoratore dev’essere effettuato in forma scritta e per essere valido deve contenere al suo interno alcuni dati specifici e obbligatori.

Un contratto di lavoro a chiamata prevede:

  • La stipulazione di una durata del contratto che può essere a tempo determinato o indeterminato
  • La causa dell’impiego di un lavoratore intermittente, spiegando se sia oggettiva o soggettiva
  • Il luogo e la mansione che ricoprirà il lavoratore durante il contratto
  • Le modalità del preavviso di chiamata
  • Quale sia il trattamento normativo ed economico al quale è sottoposto l’impiegato
  • I dati e le modalità con le quali si effettuerà la chiamata del lavoratore
  • Le norme della sicurezza sul lavoro
  • Queste sono le caratteristiche principali di un contratto di lavoro intermittente. Il documento una volta stilato dev’essere firmato dal lavoratore e dal datore di lavoro, inoltre va effettuata la relativa segnalazione all’Inps.

Quanti contratti a chiamata a persona?

Un lavoratore può avere anche più di un contratto di lavoro a chiamata nello stesso periodo, non ci sono vincoli in questo senso.

I contratti possono essere più di uno solo nel caso in cui:

  • Le due imprese che assumono il lavoratore non siano concorrenti tra loro
  • Sia materialmente possibile conciliare gli orari di lavoro nelle due imprese.

Ad esempio, nel momento in cui si ha il contratto a chiamata in un ristorante dove si lavora in orario serale, sarà possibile avere un contratto a chiamata, in un bar che opera la mattina o in uno stabilimento balneare ecc…Però non si può avere due contratti a chiamata in due ristoranti, anche se uno lavora di giorno e l’altro la sera, perché queste attività assumono un carattere di concorrenzialità tra loro.

Quando è possibile usare il contratto a chiamata

Il contratto a chiamata, non può essere utilizzato come strumento di copertura per il lavoro nero. Per questo motivo lo si può stipulare solo in determinate occasioni.

Ossia si può effettuare un contratto di lavoro a chiamata nel caso in cui:

  • La causa sia oggettiva, e quindi il datore di lavoro abbia la necessità di avere delle prestazioni lavorative a carattere intermittente.
  • La causa è soggettiva nel caso in cui s’impieghino operai al di sotto dei 24 anni, o con età superiore ai 55 anni.

Secondo l’articolo 14 del decreto legislativo numero 81/2015, il contratto a chiamata non può essere richiesto nel caso in cui:

  • Si voglia sostituire un lavoratore durante uno sciopero
  • L’azienda nei sei mesi precedenti ha effettuato diversi licenziamenti e riduzioni dell’orario di lavoro ai dipendenti già assunti
  • L’azienda non ha valutato effettivamente le norma in materia della sicurezza sul lavoro

Quanto può durare un contratto a chiamata?

Il contratto di lavoro a chiamata può avere una durata massima di 400 giorni in 3 anni. Questa limitazione non è presente per alcuni settori specifici:

  • Turismo
  • Pubblici esercizi
  • Mondo dello spettacolo

Nel caso in cui, al di fuori di questo settore, il dipendente a chiamata superi il limite di durata contrattuale, il datore di lavoro dovrà assumere l’impiegato con un contratto a tempo indeterminato e full time. Il contratto a chiamata inoltre può avere sia una scadenza precisa da stipulare in fase di assunzione ma si può anche fare un contratto a chiamata a tempo indeterminato, senza dunque un termine definito.