Coaching Aziendale per raggiungere gli obiettivi

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Il coaching è uno strumento sempre più utilizzato da aziende, manager, professionisti e imprenditori: si fa ricorso al coaching è con l’obiettivo di migliorare le proprie attività e raggiungere obiettivi più ambiziosi.

Quindi possiamo dire che il coaching non è solo utile per le aziende nella motivazione del personale ma funziona molto bene anche per i singoli professionisti e manager che vogliono aumentare la propria leadership.

Cos’è il Coaching e perché usarlo in Azienda

Ma, in concreto, cosa si intende quando si parla di coaching? Small Business Italia lo ha chiesto ad Alessandra Abbattista, General Manager di Karakter Coaching School.

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D: Dottoressa Abbattista un numero sempre maggiore di aziende, professionisti, manager, imprenditori si affida al Coaching per migliorare le proprie capacità e raggiungere nuovi obiettivi. Ci può spiegare in poche parole cos’è il coaching?

R: Il coaching è una metodologia di lavoro focalizzata al raggiungimento di obiettivi, attraverso un percorso che si sviluppa in azioni programmate e pianificate.

Il coach, competente di queste tecniche, accompagna e aiuta la singola persona o il gruppo in questo processo a prendere consapevolezza di se stesso, delle sue potenzialità, delle sue risorse e in generale quindi della sua situazione attuale, ma anche a fare chiarezza su quali sono i suoi reali obiettivi.

Quindi ciò che vuole veramente, per sviluppare insieme un piano d’azione che la persona metterà in campo, finalizzato a trasformare questi obiettivi in risultati concreti.

Spesso quello che si perde di vista sul lungo periodo sono proprio gli obiettivi da raggiungere.

Coaching per Aziende o per Professionisti?

D: Nel nostro Paese quali sono le realtà che fanno più ricorso al coaching? Sono più aziende o singole persone come manager o professionisti che si rivolgono ai coach?

R: Sto notando soprattutto nell’ultimo periodo che manager e professionisti sono sempre più interessati al coaching, non soltanto come percorso che fanno su loro stessi come crescita personale e raggiungimento di obiettivi professionali, anche per diventare coach a loro volta e acquisire così nuovi strumenti e competenze per distinguersi sul mercato ed essere sempre più perfomanti con i propri clienti e collaboratori.

D: Quali sono le difficoltà maggiori che riscontra nei percorsi di coaching che illustra? Ci racconta qualche esperienza particolare?

R: La difficoltà maggiore è al resistenza al cambiamento.

L’essere umano per sua natura è un abitudinario e quindi fa fatica a pensare di uscire dalla propria zona di comfort.

Anche se questa zona di comfort a  volte non è piacevole, preferiamo restare in una situazione che ci fa stare male ma che conosciamo, piuttosto che rischiare di fare un passo al di fuori del conosciuto.

Quindi a volte c’è l’intenzione di fare ma non l’azione, c’è una tendenza a procrastinare. E quindi mille scuse e scarico di responsabilità all’esterno che sono alibi fondamentalmente per restare in ciò che ci fa comodo anche se poi non è detto che sia quello più utile per stare bene ed essere felici.

La Scuola per formare Coach

D: La vostra scuola ha diversi coach professionisti che, diciamo così, aiutano a migliorare le proprie performance professionali. La scuola però “forma” anche i Coach. Ci spiega come si svolge “la scuola per diventare coach”?

R: Abbiamo un percorso che dura nove mesi con una cadenza di un corso al mese. I corsi sono di due giorni e tendenzialmente avvengono nei weekend e a volte, per andare incontro alle esigenze di stare in famiglia la domenica, si svolgono anche di venerdì e sabato.

All’interno dei corsi c’è sia teoria sia esercitazioni pratiche, dove le persone iniziano da subito a sperimentare il coaching su se stessi e a fare da coach ad un altro partecipante. Tra un modulo e l’altro le persone hanno dei libri da studiare di approfondimento alla teoria acquisita durante la lezione e fanno degli allenamenti di coaching tra di loro incontrandosi dal vivo o utilizzando strumenti tecnologici come Skype.

Oltre a fornire contenuti su tecniche e modelli di coaching in senso stretto, alcuni argomenti dei moduli riguardano la comunicazione efficace, la gestione dello stato emotivo, la gestione del team, il public speaking, il wellness, fondamenti di business e coaching e coaching applicato alle organizzazioni.

Alla fine del percorso c’è un esame con test scritto, orale e sessione di coaching in plenaria con un ospite esterno, un imprenditore o un manager, che porta sia casi di business sia life. Superato l’esame, la persona riceve il diploma di coach professionista riconosciuto dalle principali associazioni di settore.

D: Perché una persona dovrebbe rivolgersi ad una scuola di coaching?

R: Una persona “dovrebbe” rivolgersi ad una scuola di coaching se ha la spinta a cambiare qualcosa in se stesso e nella sua vita. Un percorso di coaching è prima di tutto un percorso di crescita personale e di cambiamento e va intrapreso in primis con questo spirito, cioè sentire di voler migliorarsi e stare bene con se stessi e con gli altri.

Quello che si ottiene è un’evoluzione, in termini di benessere perché sai ciò che vuoi e come raggiungerlo, e di energia, perché quando sai ciò che vuoi non vedi l’ora di iniziare a fare. Tutto questo grazie ad nuovo modo di pensare, di vedere la realtà che ci circonda, di gestire il proprio stato emotivo e trovare più velocemente ed efficacemente la strada per uscire da situazioni complesse e gestirle nel migliore dei modi.