Garanzia Giovani: una tutela per gli under 30

Garanzia Giovani

In Italia la disoccupazione giovanile rimane uno dei problemi maggiori presenti nel mondo del lavoro e delle imprese. Una contingenza da cui è nato il termine “Neet” (Not engaged in Education, Employement or Training) per indicare gli individui tra i 15 e i 29 anni non coinvolti in attività di studio (scolastiche, universitarie o di formazione professionale) nè aventi contratti di lavoro.

Per loro l’Unione Europea ha ideato un programma di iniziative conosciuto come “Youth Garantee” o Garanzia Giovani e destinato sia ai cittadini degli stati membri sia agli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno.

Come iscriversi a Garanzia Giovani

“Garanzia Giovani” in Italia è attuato a livello locale tramite le Regioni e consiste in attività di accoglienza, orientamento e formazione. Chi è dotato dei requisiti suddetti deve connettersi al sito www.garanziagiovani.gov.it e compilare l’apposito form. Per posta elettronica riceverà un’e-mail all’indirizzo con cui si è iscritto, in cui sono indicate username e password per il portale dell’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro).

Su quest’ultimo è possibile selezionare una o più regioni o province autonome, coincidenti o meno con il luogo di domicilio, in cui poter accedere ai servizi del programma. Fatti questi passaggi, all’interessato verrà comunicato, nel giro di due mesi, il Servizio per l’impiego di riferimento. Chi non è pratico nell’uso di internet può essere assistito nell’iscrizione dagli sportelli regionali.

I Servizi per l’Impiego

Si tratta degli ex uffici di collocamento, i quali accertano lo stato di disoccupazione o comunque di reddito annuo inferiore agli 8mila euro per rapporti subordinati o di 4800 euro per attività autonoma.

Qui avviene un colloquio per definire il percorso da seguire e sottoscrivere il Patto di Servizio. A questo punto nei 4 mesi successivi, il centro si impegna a fornire al candidato un corso di formazione, un tirocinio, un anno di volontariato retribuito con il Servizio Civile Nazionale.

Per coloro che sono interessati a un’attività autonoma, è possibile chiedere sostegno per l’avvio di un progetto imprenditoriale. Il programma include infine corsi a distanza,  da fare online sul portale Cliclavoro, gestito dal Ministero del Lavoro.

In ogni caso, se il giovane ha già individuato un’opzione a lui gradita, richiederà lo stato di disoccupazione per presentarlo all’ente scelto.

Corsi e apprendistato

I corsi proposti possono contenere, nel proprio programma, competenze finalizzate all’inserimento lavorativo o servono a integrare in alcuni ambiti l’istruzione scolastica o universitaria. Possono andare da un minimo di 50 ore a un massimo di 200 e solitamente contemplano solo una determinata percentuale di assenze causa il decadimento.

Dal punto di vista professionale, il piano prevede contratti di apprendistato o tirocini di 6 mesi o un anno se si tratta di persone diversamente abili o svantaggiate. Gli apprendistati possono mirare al conseguimento di una qualifica professionali, riguardare il campo della ricerca e dell’alta formazione o essere classificati con la dicitura “Contratto di mestiere”.

Tirocini e start-up

I tirocini possono svolgersi in Italia o all’estero e prevedono un rimborso di 500 euro al mese o comunque di non più di 3mila euro totali. In caso di stage al di fuori del proprio Paese l’indennità corrisposta può ovviamente essere incrementata da un voucher per coprire le spese di viaggio e di soggiorno nel luogo designato.

L’assistenza per chi mira a fondare una start-up inizia dall’avvio dell’impresa e passa per la delicata fase dell’accesso alle risorse economiche stanziate da banche e altre agenzie di investimento, come Invitalia. In tale percorso il giovane è accompagnato da personale specializzato e riceve consulenza di tipo amministrativo, finanziario e legale.

Garanzia Giovani: direttive UE

Il suddetto “Youth Garantee” prevede finanziamenti per gli Stati dove la disoccupazione supera il 25% e dunque anche per l’Italia. Degli 1,5 miliardi di euro messi a disposizione, oltre 340 milioni sono destinati al nostro Paese. L’obiettivo per il quale vengono stanziate queste risorse è trovare ai Neet, in pochi mesi, un lavoro o un corso formativo.

La prima fase del programma è terminata il 30 aprile 2016 e nel luglio 2017, è stato prorogato, con lo stanziamento di altri 903 milioni di euro, fino al 2020.

A livello nazionale, gli interventi e le spese dei fondi europei sono costantemente monitorate: i dati sono disponibili, con report periodici, sul sito del Ministero del Lavoro o diffuse tramite le statistiche fatte da istituti come Istat, Isfol, Inps online e dalla Camera di Commercio.

I giovani coinvolti

Degli 1,5 milioni di giovani italiani iscritti al programma fino al 31 dicembre 2017, oltre il 50% ha ricevuto almeno un’opportunità per un totale di 625mila misure attivate. Solo 210mila coloro che si sono cancellati nel corso della registrazione, a causa di requisiti mancanti. Il 60% degli iscritti ha optato per tirocini extracurriculari, il 23% per incentivi occupazioni e il 12,3% per corsi vari. Ben 45mila i giovani che hanno scelto una regione diversa dalla loro, un dato positivo per la mobilità occupazionale.

Le imprese aderenti

Le aziende interessate al progetto devono iscriversi al sito e ottenere le credenziali. Per quelle che aderiscono all’iniziativa ci sono due misure integrative, una inserita dalla Legge di Bilancio del 2018, l’altra stabilita dall’Anpal. La prima consiste in uno sgravio fiscale, la seconda su una decontribuzione totale ed entrambe sono erogate dall’Inps.

I bonus scattano se le aziende attivano un contratto a tempo determinato, indeterminato o di apprendistato professionalizzante, mentre sono escluse le situazioni relative a tirocini ed esperienze di Servizio Civile. Per ogn assunzione a tempo determinato l’agevolazione copre la metà dei contributi previdenziali con un massimo di 4030 euro; nei contratti a tempo indeterminato lo sgravio può arrivare fino a 8060 euro all’anno.

Se l’azienda decide di assumere definitivamente il giovane, entro due mesi dalla fine del tirocinio, ottiene un ulteriore bonus.

Finora solo il 25% è stato assunto dopo il tirocinio. Inoltre quest’ultimo ha molti svantaggi rispetto a un regolare rapporto di lavoro perchè può essere sospeso all’improvviso e senza bisogno di particolari spiegazioni o periodi di preavviso.

Non sono previste ferie, periodi di malattie o maternità nè garanzie di minimo salariale al mese. Nel periodo di stage infine non si totalizzano, con gli introiti ricevuti, contributi previdenziali ai fini della pensione.