Parlare in pubblico: come superare la paura

parlare in pubblico

Parlare in pubblico – o Public Speaking – è senza dubbio molto emozionante e gratificante ma, al contempo, può essere un momento che genera grande paura o imbarazzo. C’è chi riesce a farlo con naturalezza e chi invece si sente paralizzato bloccato alla sola idea.

Mentre un tempo questa disciplina riguardava essenzialmente politici, attori o uomini di spettacolo, da pochi decenni anche in molti ambiti del mondo del lavoro è diventato un plus spesso indispensabile. Imparare a farlo significa poter riuscire a comunicare un messaggio a una platea in maniera molto efficace. Contrariamente a quanto spesso si crede, più che una dote innata è una capacità che si sviluppa e si affina con l’esercizio. 

Parlare in Pubblico per presentare la propria idea

Per presentare la propria idea di Startup, il cosiddetto Elevator Pitch o presentazione lampo, è fondamentale saper parlare davanti ad una platea per catturare l’attenzione dei futuri investitori.

Un corretto public speaking è il risultato di un insieme di strumenti e strategie comunicative grazie alle quali lo speaker comunica a una platea dei concetti in maniera il più efficace possibile. Per ottenere questo risultato è necessaria una grande concentrazione e una completa padronanza di sé. Allo stesso tempo però, occorre ricordare che esiste il destinatario, cioè il pubblico, dal quale arrivano input essenziali che il comunicatore deve saper cogliere per calibrare il proprio messaggio. Per apprendere questa disciplina sono quindi necessari impegno e disciplina in modo da poter raggiungere il controllo totale di se, dell’uditorio, dell’ambiente e, naturalmente, dell’argomento. 

Il primo e fondamentale passo da compiere è la conoscenza del target, cioè del pubblico. C’è poi la parte che riguarda la preparazione, cioè la conoscenza dell’argomento di cui si deve parlare. Questo consentirà un’efficace esposizione e la possibilità di rispondere a eventuali domande in maniera appropriata.

Altro ingrediente è il mostrare entusiasmo per l’argomento di cui si sta parlando. E’ poi importante considerare la prospettiva dell’uditorio: parlare al pubblico (più che parlare in pubblico) necessita di concentrarsi sul proprio intervento ma soprattutto su chi ci sta ascoltando, sulle sue aspettative e sulle sue motivazioni.

Come prepararsi ad uno speech in pubblico

Prima di un intervento pubblico il più grande scoglio da superare è la paura. Il metodo migliore è: parlare in pubblico. Ossia esercitarsi partendo dalle occasioni più informali per affrontare via via contesti sempre più ‘affollati’. Per una buona riuscita occorre poi preparare una scaletta logica che deve essere abbinata a una totale conoscenza dell’argomento che si affronta.

Altro aspetto determinante nella preparazione è la respirazione. Profonda e fatta correttamente aiuta a rilassare il corpo e, soprattutto, la mente.

Tra le cose da evitare c’è il parlare in maniera meccanica, dando cioè l’impressione di parlare  ‘a pappagallo’. Occorre invece essere il più spontanei possibili nell’esposizione; ciò fornisce una maggiore credibilità alle proprie parole. In caso di critiche, spesso inevitabili, anziché arroccarsi e respingerle, occorre farne tesoro e trasformarle in opportunità. Il tutto deve essere condito da una forte convinzione in sé stessi.  

Oltre agli elementi già elencati, per un public speaking davvero efficace, vanno considerati due elementi essenziali: il linguaggio non verbale, cioè quello del corpo, e linguaggio paraverbale, cioè il tono della voce, gli intercalari, le pause.

Insieme questi due elementi (il contenitore) contano per circa il 90% a fronte di un 10% scarso relativo al verbale (il contenuto). Una ripartizione che ben si raccorda con la tesi di molti esperti del settore secondo la quale per ottenere la massima efficacia occorre privilegiare un’impostazione ‘people-oriented piuttosto che topic-oriented’.

Gestione dello stress e rapporto col pubblico in sala

Sviluppare l’abilità di parlare in publico (ricordiamolo ancora una volta: non è una dote innata) avviene quindi attraverso due passaggi imprescindibili: lavorare su se stessi e fare pratica.

Per questo occorre metabolizzare gli argomenti, prepararsi una scaletta, prestare attenzione al linguaggio non verbale. Un errore, molto frequente e assolutamente da evitare, è costruirsi una sorta di maschera con la quale affrontare la platea. Niente di più sbagliato.

L’uditorio si accorge subito della ‘finzione’. Un ottimo oratore deve invece essere spontaneo e trasparente. Solo così raggiungerà in maniera efficace il suo obiettivo. Il che non significa che non occorra lavorare per modificare quegli aspetti che possono costituire un ostacolo a una buona comunicazione. Senza però stravolgere la propria personalità. Certamente un prodotto artefatto rende molto meno rispetto a uno genuino. 

La gestione dello stress che deriva dall’ansia di parlare in pubblico è un aspetto prioritario. Sintomi come la sudorazione, blocco della parola o della voce, scarsa salivazione, crampi allo stomaco rischiano seriamente di compromettere il buon esito del nostro intervento. Non reprimere ma canalizzare l’energia nervosa derivante dallo stress potrà volgere a nostro favore questo ‘effetto collaterale’.

Per farlo ci sono alcuni rimedi: ricorrere a tecniche di rilassamento e di respirazione prima dell’intervento in pubblico; preparare con cura il discorso, soprattutto in apertura e chiusura, cioè le due fasi che restano più impresse nell’uditorio; realizzare che anche gli altri eventuali oratori si trovano nelle stesse condizioni: una condivisione mentale che contribuisce ad allentare la tensione; tenere sempre a mente che il pubblico tende a non accorgersi dello stato interiore di chi gli sta davanti; dare sfogo alla tensione attraverso un corretto uso della voce e della gestualità; esercitarsi a parlare in pubblico nei contesti più disparati. 

Consigli per parlare in pubblico

In conclusione, una sorta di decalogo:

  • fare attenzione alla scelta delle parole
  • cercare di attirare ed emozionare il pubblico
  • conoscere al meglio possibile il proprio uditorio e le sue aspettative
  • guardare la platea cercando di comprendere tutto il pubblico
  • ‘agganciarlo’ sin da subito con tono, parole e temi adeguati

Se ci sono ‘segnali di cedimento’ negli ascoltatori creare dei diversivi che ne ravvivino l’attenzione; prestare molta cura al look: non deve mai essere trasandato (anzi preferibilmente elegante) e soprattutto, deve rispecchiare la propria personalità.

Vale sempre il vecchio detto al contrario ‘l’abito fa il monaco’; usare termini che siano sempre comprensibili a chi ascolta; cercare di adeguarsi al proprio uditorio; last but not least, usare in modo evidente ma non invasivo il linguaggio non verbale con le mani sempre ben visibili.